Viterbo cosa vedere e cosa fare

viterbo da vedere

Per gli amanti delle atmosfere medievali, dalle svettanti costruzioni gotiche e dagli stretti e intricati vicoli, per i buongustai che alternano la ricerca del sofisticato ai semplici sapori di una cucina tradizionale, per gli estimatori di un fascino che solo la storia può suscitare tramite reperti e testimonianze di un tempo antico. Tutto questo e tanto altro è Viterbo, cuore della Tuscia romana, florida urbe latina e capoluogo del Lazio settentrionale.

Una città ricca e potente, la cui magnificenza fu tale da rivaleggiare la vicina Roma, alla quale, per ben 24 anni (dal 1257 al 1281) strappò il titolo di sede papale. Non a caso è infatti conosciuta anche come città dei Papi. Insomma, una città che, nonostante l’ombra della capitale, ha tanto da dare e da far scoprire.

Dove si trova Viterbo

La città dei Papi si trova a circa 80 chilometri a nord di Roma, poco distante dai laghi di Vico e di Bolsena. Il primo nucleo storico si sviluppò verso l’anno mille sul Colle del Duomo. In seguito, l’antico castrum Viterbi crebbe enormemente, inglobando il territorio circostante fino alle pendici del Monte Palanzana, appartenente ai Monti Cimini. Il territorio può sembrare apparentemente pianeggiante ma è costituito da un insieme di piccoli dislivelli. Data la sua estensione di circa 406,23 km² è il secondo comune per grandezza dell’intera Regione.

Cosa vedere a Viterbo

Nonostante abbia secoli di storia alle spalle è ancora una città tutta da scoprire e non molto conosciuta dal turismo di massa. Questo un vantaggio per chi non ama le lunghe file ai musei e le piazze gremite e soffocanti, ma una perdita per il viaggiatore in cerca di una vacanza variegata, che spazia tra svago, cultura e benessere.

Un turismo maggiore che la città riuscirebbe tranquillamente a sostenere date le buone dotazioni ricettive turistiche e la grande quantità di attrattive: dalla gotica architettura del centro storico, ai numerosi servizi termali, dall’esplorazione dei labirinti della città sotterranea, alle passeggiate nelle riserve naturali circostanti.

Le piazze

Una delle piazze più conosciute è quella delle Erbe, luogo simbolo della città. Per i viterbesi, che amano particolarmente frequentarla, è centro della vita sociale e dello shopping. Al centro della piazza è impossibile non notare la famosa Fontana di Piazza delle Erbe amata dai viterbesi quanto apprezzata dai turisti. Particolarità della fontana sono le decorazioni, in cui si alternano le raffigurazioni dello stemma del comune di Viterbo e le teste di leone, simbolo della città, che viene anche riproposto sui mensoloni in quattro statue fiere e ruggenti.

Centro politico e amministrativo è invece Piazza del Plebiscito, meglio conosciuta come Piazza del Comune, per la presenza del municipio e della prefettura. Un tempo un’estesa zona verde, con la sola chiesa di Sant’Angelo in Spatha, poi arricchita di grandiosi e importanti costruzioni che l’hanno portata a diventare centro nevralgico della città.

Piazza San Lorenzo prende il nome dall’omonima cattedrale e dall’imponente campanile che la circonda, ma è accerchiata da altri importanti edifici. Sul lato ovest si erge il vecchio ospedale della città dalle fondazioni etrusche, a sud c’è un’antica dimora del Tredicesimo secolo, la dimora di Valentino della pagnotta, un priore che acquistò il palazzo nel 1458. Sul lato settentrionale c’è la loggia del monumentale Palazzo dei Papi che nel 1266, quando Viterbo divenne sede papale, fu ricostruita e rafforzata per meglio comunicare con i fabbricati del lato est della piazza.

Piazza verdi è la piazza antistante il nucleo storico di Viterbo, nei pressi di uno degli ingressi delle mura medievali della città. È anche conosciuta come Piazza del Teatro.

Teatro dell’Unione

Proprio in Piazza Verdi si trova il celebre Teatro dell’Unione. Il teatro di punta di Viterbo, la cui costruzione, così come il suo nome, è dovuta ad un gruppo di cittadini viterbesi che, nel 1844 si unirono in una società detta “dei palchettisti”. Società che, in concomitanza col Comune, ne divenne comproprietaria e diretta amministratrice fino al 1949.

Nella costruzione fu di grande ispirazione il Teatro Argentina a Roma, il cui modello portò a una conformazione più classica e tipicamente italiana, con la scena separata dalla sala, il palco in declivio, l’impianto simmetrico e una divisione della platea per classe e gerarchia. L’esterno sobrio rende ancora più d’impatto la struttura interna più raffinata e decorata; una perla tra i teatri storici italiani.

Santuario di Santa Rosa

A partire da Piazza Verdi c’è una salita che porta al santuario di Santa Rosa. Una chiesa di tre navate costruita sui resti di una precedente chiesa del XIII secolo, su ordine di Papa Alessandro IV. Inizialmente conosciuta col nome di Santa Maria, cambiò denominazione quando il Papa vi fece portare il corpo della Santa. Nel XIV secolo fu ricostruita ed abbellita dagli affreschi di Gozzoli, ormai persi. Un’ulteriore ricostruzione a fine estetici fu fatta nei primi anni del XIX secolo, per riadattarla al gusto neoclassico.

La cupola, rimaneggiata nel 1913 con un rivestimento di maioliche, andò perduta qualche anno dopo quando fu nascosta, per motivi strutturali, da un rivestimento in piombo. La struttura è annessa ad un monastero. Nei pressi si trova anche la casa in cui nacque la Santa, che si onora ogni anno il 3 settembre con una festa patronale e il rituale del trasporto della macchina di Santa Rosa.

Quartiere medievale

Non tutti sanno infatti, che Viterbo ha il centro storico medievale più grande d’Europa e tra i meglio conservati. Non bisogna dimenticare che nel XII secolo aveva sotto il suo dominio più di 50 castelli. Oggi son invece ben visibili, fontane, chiostri, richiastri, imponenti torri, le alte mura merlate che cingono la città e che oggi sono pressoché intatte. Tutto miracolosamente sopravvissuto nonostante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale.

Quartiere San Pellegrino

Il quartiere San Pellegrino è la parte più rappresentativa della storia e cultura medievale viterbese. Imboccata via di San Pellegrino si può iniziare ad immergersi nella suggestiva atmosfera gotica del primo millennio. Si potranno ammirare le aristocratiche case torri, si potrà passeggiare nei chiostri e sotto incantevoli portici.

Particolarità uniche del quartiere sono i profferli viterbesi, un elemento architettonico costituito da una rampa di scale che corre lungo la facciata dell’edificio, sulla cui sommità si trova una piccola loggia con la porta d’ingresso, mentre sotto ha un mezzo arco che permette di accedere alle cantine o alla bottega del pianterreno. Altro elemento tipico dell’architettura medievale viterbese è il richiastro, un particolare cortile interno agli antichi palazzi, rigorosamente piantumato e alberato.

Viterbo sotterranea

Ed è proprio durante il medioevo che furono costruiti i tunnel sotterranei di Viterbo. Un vero e proprio labirinto fatto di passaggi segreti che permettevano di collegare strategicamente i punti più importanti della città. In caso di assedio erano poi anche ottime vie di fuga. Raggiungono dai 3 ai 10 m di profondità e si estendono sotto tutto il centro storico.

Non è del tutto certa l’origine dei cunicoli; c’è chi addirittura ipotizza che siano stati costruiti dagli etruschi che li utilizzavano come sistema idraulico. Di certo la struttura era molto diversa da quella che vediamo oggi e che è stata rifatta nel medioevo. Durante la Seconda guerra mondiale sono stati usati come rifugi anti un bombardamento, mentre oggi sono una magica meta turistica.

I bagni termali

Il territorio ricco di sorgenti termali ha permesso alla città di farsi un nome anche nel campo delle cure termali. Il bacino idrologico comprende infatti piscine e sorgenti termali naturali che non mancano di grandi proprietà curative, già conosciute ai tempi degli etruschi.

Tra i centri benessere più conosciuti che propongono inalazioni, saune, cure dermatologiche e idromassaggi, è possibile godere anche di piscine naturali gratuite ed aperte a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Le Terme libere del Bullicame sono tra le più antiche e tra le più conosciute. Menzionate addirittura da Dante Alighieri nella Divina Commedia si trovano all’interno di un grande cratere di acqua e fango termale, tramite cui è possibile anche fare il percorso del frigidarium e calidarium, così da riattivare la circolazione sanguigna. Sono invece meno conosciute quelle delle Masse di San Sisto, composte da cinque vasche con due sorgenti a temperature differenti una di 18° e l’altra che arriva addirittura a 58°.

I musei di Viterbo

Il più celebre e ricco tra i musei viterbesi è il Museo Nazionale Etrusco. Situato in una rocca perfettamente ristrutturata vi sono conservate antiche monete, sarcofagi, strumenti di vita comune, pezzi di alto pregio storico ed economico e ricostruzioni di templi con pezzi originali.

Altra roccaforte di testimonianze della storia antica è il Museo Civico di Viterbo, che con costi irrisori permette l’esplorazione, all’interno di un ex monastero, della storia etrusca e romana al primo piano, e tesori papali e dipinti dal Rinascimento all’epoca moderna al secondo piano.

Tra i più gettonati c’è anche il Museo della ceramica di Viterbo, situato al piano terra del palazzo Brugiotti e contenente più di 400 reperti, tra maioliche arcaiche (come la zaffera), rilievi, pannelli, tramite i quali si va ad evidenziare l’evoluzione artistica ceramica prodotta nell’alto Lazio tra il XII e il XIX secolo.

Cosa fare a Viterbo

Di certo quindi non mancano cose da fare a Viterbo. Una volta che si è visitati il centro medievale più grande d’Europa e aver goduto delle bellezze etrusche, romane nei vari musei, verrà da sé cercare un momento di relax nelle terme locali, e cercare un posticino in cui godere dell’eccezionale gastronomia del posto.

Cosa fare con i bambini a Viterbo

Per i più piccini i musei viterbesi propongono convenzioni ed ingresso gratuito. Ma si sa, contenere uno bimbo scalmanato può essere molto complicato, e dopo un po’ il museo scoccia. Ma basterà stimolare la loro già spiccata fantasia, su cavalieri, principesse e draghi, e il quartiere medievale di San Pellegrino potrebbe rivelarsi un ottimo spazio gioco. Essendo poi la zona chiusa al traffico li si potrà far girovagare per tutto il centro storico senza che corrano alcun rischio.

Può essere molto indicata anche una meta più naturalistica. Basterà spostarsi di qualche chilometro per scoprire il Bosco Incantato del Sasseto, a torre Alfina, in cui la natura con le sue cascate, laghi, ruscelli e sfavillanti alberi suggestionerà grandi e piccini. Suggestione che è messa ancora più in risalto da varie rappresentazioni itineranti, dove teatranti vestono i panni di elfi fate e gnomi della foresta.

Altro parco a soli 15 minuti di auto dal centro di Viterbo è il Parco dei Cinque Sensi di Vitorchiano, che con i suoi itinerari tematici e percorsi a piedi scalzi offre giornate rivolte a scoprire le sensazioni e le percezioni del proprio corpo.

Altra alternativa può essere la riserva naturale del lago di Vico, in cui fare percorsi paesaggistici alla scoperta di resti archeologici, di maestosi faggi e noccioli e dalla varietà di animaletti e uccelli acquatici.

Cosa mangiare a Viterbo

Una cucina quella viterbese che è tutta una scoperta, date le influenze ricevute dalla vicina capitale, dalle terre toscane e umbre. Tutto ciò ha permesso lo sviluppare di pietanze dal sapore autentico, dal profumo selvatico e dalle genuine materie prime.

Si parte dal piatto povero chiamato “acqua cotta”, un piatto tradizionale della Tuscia, ottenuto con pane raffermo menta, cicoria, e l’aggiunta di olio extravergine a crudo. Famosi sono i “lombrichelli alla vitorchianese”, una specie di bucatino senza buco. Sembrano invece tagliatelle, ma più fini, il celebre “fieno di Canepina”.

Non possono mancare i dolci: le “bertolacce” sono delle simil crepes solitamente servite arrotolate con una spolverata di pecorino, ma che nel periodo del carnevale prendono il nome di fregnacce e vengono farcite con marmellata o ricotta. I “ceciaroli” sono invece dei ravioli ripieni con crema di ceci, mentre i “tozzetti”, biscotti secchi alle nocciole, sono i dolciumi viterbesi più apprezzati.

Come arrivare a Viterbo

L’alto Lazio è ben collegato col resto d’Italia. Viterbo non è collegata direttamente con l’autostrada, ma basterà uscire a Orte e proseguire per 20 km sulla superstrada e successivamente per le vie principali. Ottimi collegamenti sono quelli ferroviari, avendo Viterbo ben due stazioni ferroviarie Viterbo Porta Romana e Viterbo porta Fiorentina; richiederà ovviamente un po’ più tempo ma con un costo molto più contenuto rispetto l’auto.

Se invece si vuole scegliere il bus sono molte le destinazioni principali collegate con il capoluogo; i più gettonati sono sicuramente quelli che partono dagli aeroporti di Roma Fiumicino e Ciampino.

Eventi a Viterbo

Tanti gli eventi di tradizione viterbese. Tra fine aprile e i primi di maggio c’è “Viterbo in fiore”, in cui il centro storico e il quartiere medievale di San Pellegrino vengono adornati di fiori sotto ai portici nelle piazzette e nei vicoli. Evento degli eventi è quello che si svolge annualmente il 3 settembre, il trasporto della macchina di Santa Rosa.

La macchina è praticamente una torre, alta circa 30 m e dal peso di 5 tonnellate, su cui è posizionata la Santa patrona di Viterbo, in un’esplosione di fiaccole e luci elettriche per tutta l’altezza. La processione prevede che la macchina sia trasportata sulle spalle di più di cento uomini, i “facchini di Santa Rosa”, per più di 1 km.

Durante il tragitto vengono spente le vie interessate per far risaltare ancora di più la luminosità della macchina. È una tradizione che vuole rievocare la traslazione della salma della santa dalla chiesa della Crocetta al santuario di Santa Rosa, avvenuta nel 1258 su ordine di Papa Alessandro IV.

Quando andare a Viterbo

Il periodo migliore per visitare Viterbo è tra fine maggio e inizio ottobre, quando le temperature sono piacevoli e adatte per le vacanze, ma soprattutto si può approfittare delle suggestive sagre del posto.

Cosa vedere nei dintorni di Viterbo

Grande importanza hanno anche i borghi dei paesini limitrofi. Un esempio è Barbarano romano, un borgo situato all’interno del parco naturale regionale Marturanum, su un colle tufaceo. Un gioiello di vicoli piazzette, di origine preistorica, nel medioevo conteso addirittura tra Roma e Viterbo. Altro piccolo borgo, posizionato sulla vallata del Tevere, è Bassano in Teverina. Si trova antistante un laghetto di acque sulfuree, che crea suggestionanti terre galleggianti essendo quasi totalmente ricoperto da abbondante vegetazione.

Vale la pena dare un’occhiata al paesaggio agreste e ubertoso della medievale Bomarzo, circondata dal parco dei mostri al cui interno è stata rinvenuta una grande piramide etrusca.

Dove dormire a Viterbo

Viterbo offre numerose soluzioni che si adeguano a qualsiasi budget. Si va dagli hotel di lusso al cui interno è possibile usufruire di spa e piscine termali, ai resort immersi nel verde e poco distanti dal centro. Il prezzo medio si aggira intorno ai 90€ a notte in bassa stagione e ai 140€ nel periodo estivo. Per chi cerca il confort a prezzi più agevoli ci sono affittacamere, B&B e hotel meno stellati che, sulle 20-30€ a notte, non mancheranno dei servizi essenziali. Il tutto ovviamente varia a seconda che ci si trovi più vicino o più lontano al centro storico.

Cosa non fare a Viterbo

Qualunque sia la meta non devono mai mancare le regole del buon viaggiatore. In particolari per i centri storici le norme tecniche devono andare di pari passo alle regole del buon senso, affinché le architetture, i parchi e le piazze non vengano in alcun modo intaccate. Evitare sempre di sporcare e spargere rifiuti per la città, evitare di portarsi a casa la pietruzza del muretto medievale come souvenir, evitare di imbrattare o marchiare elementi architettonici, e tante altre semplici ma essenziali regolette.

Per i musei valgono le classiche regole riguardanti il cibo e il mantenersi a dovuta distanza dall’opera. Per le terme è vietato mangiare e fumare nelle vasche e utilizzare creme solari e shampoo prima di immergersi.

Lascia un Commento